Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Siamo ancora in tempo

  1. #1

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    Questo articolo mi ricorda il grande D.Thoreau, il quale diceva che "un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può permettersi di fare senza"!!
    A tal proposito può essere utile dare un'occhiata a questo:
    http://video.google.it/videoplay?doc...6794381091301#
    e ... a proposito di autoproduzione ... ci viene in soccorso il bravissimo Maurizio Pallante :
    http://www.unisf.it/

  2. #2

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    Capisco che molti (probabilmente i piu') non amino il proprio lavoro e che rinuncerebbero volentieri a consumare il superfluo pur di lavorare il meno possibile.
    Capisco che per un un uomo possano bastare per vivere felice del cibo, dell' acqua, delle persone care vicino ed osservare le meraviglie di questo mondo.
    Ma si e' proprio certi che sarebbe un obiettivo da perseguire il binomio lavorare meno - consumare meno?
    Ritengo di no.
    Quello che occorre non e' liberarsi dal lavoro, ma liberare il lavoro. Per poter consumare? No, per poter realizzare un proprio progetto. Ed il consumo? Non bisogna essere fanatici di niente neppure dell'anticonsumismo. Non sempre cio' che si desidera e' indotto e risulta inutile. Ad esempio chiedi a Denis cosa ne pensa dei suoi portatili Apple....
    Ogni tanto fa bene leggere articoli che fanno riflettere.
    Ora torno a fare un Condor...

  3. #3

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    La terra in cui viviamo non l'abbiamo ereditata dai nostri predecessori ma bensì l'abbiamo presa a prestito dai nostri figli, dalle generazioni future, pertanto abbiamo il dovere di lasciargliela nel miglior modo possibile...il consumismo sfrenato (consumare più di quanto la terra può darci) porta alla distruzione del pienata nel lungo termine! Se tutti gli abitanti della terra consumassero come consumiamo noi occidentali, ci vorrebbero probabilmente altri pianeti grossi come la terra solo per ospitare i rifiuti prodotti. Con la crescita esponenziale di Cina ed India...

  4. #4

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    Bell’articolo, mi ha subito fatto venire in mente il bel libro del divulgatore Bill Bryson “Breve storia di (quasi) tutto”, che consiglio

    “…Noi siamo convinti che fu inevitabile, per l’uomo, diventare la specie dominante del pianeta; a tal punto siamo abituati a quell’idea che ci risulta difficile capire che se siamo qui è solo grazie a varie coincidenze fortuite, non ultima la collisione con oggetti extraterrestri avvenuta proprio al momento giusto…” (come l’impatto KT che estinse i dinosauri)

    “…è curioso che per le specie del pianeta Terra la morte sia, nel senso più letterale del termine, uno stile di vita. Nessuno sa dire quante specie di organismi siano esistite da quando ebbe inizio la vita. Una delle cifre più citate è trenta miliardi, ma qualcuno si è spinto fino a quattromila miliardi. Qualunque sia il totale, il 99,99 per cento delle specie vissute su questo pianeta si è estinto….Per gli organismi complessi la durata media di una specie è di soli quattro milioni di anni: all’incirca la nostra età….”


    Per tornare più a contatto con la realtà credo sia inevitabile confrontarsi con i numeri: quanti sono davvero consapevoli nel bene e nel male del proprio stile di vita, della propria (eventuale) felicità o insoddisfazione? La maggior parte della popolazione mondiale ( 68%?;-) non è uscita dalla propria città, è immersa nel proprio lavoro, nelle proprie credenze, nella propria cultura; siamo così immersi nel nostro quotidiano che, su larga scala, non siamo portati a guardare oltre. Se poi ci mettiamo che non fa comodo alle elites divulgare mediaticamente un consumo ed uno stile di vita consapevole direi che non si può essere molto ottimisti almeno nel breve termine.O semplicemente per i più va bene così. E’ pur vero che nel mondo anglosassone prende sempre più piede almeno nell’immaginario collettivo il concetto di downshifting.
    Al contrario nel lungo termine la Natura ed il Caos faranno il loro corso, come sempre, e non a causa del buco nell’ozono o altre distruzioni legate all’uomo. IMHO
    Ultima modifica di itaimbibi; 16-02-11 alle 18:46

  5. #5

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    Mi ha fatto piacere leggere l'articolo in apertura, se non altro per ricordarmi quali sono le mie aspirazioni, non disdegno il lavoro che faccio, (il commercialista) mi lascia anche del tempo per i miei interessi diversi (come il TOL) per il mio sport preferito (lo sci), quello che rimpiango è di non poterlo fare in campagna, in una bella fattoria con tanti animali da allevare o anche da compagnia come i cani e i gatti che amo , il risveglio annuale della primavera, la maturità dell'estate, i colori dell'autunno. Solo chi lo ha provato mi può capire. E poi come dice l'articolo, rendersi semi indipendenti dal consumismo moderno che io odio, produrre la carne da mangiare, ovviamente le verdure e la frutta di stagione, l'energia elettrica da pannelli solari o meglio ancora con l'idroelettrico che non consuma energia neanche per la produzione dei pannelli ed i rifiuti vengono quasi completamente reimpiegati (a parte la plastica).
    Spero proprio di potere diventare un trader professionale per potermi ritirare in campagna e cambiare radicalmente la mia vita facendola protendere verso le cose che amo fare.

  6. #6

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    Un articolo piu che condivisibile. Mi ha fatto venire in mente un ricordo di quando ero ragazzo: con i miei genitori passavamo le estati in campeggio e per noi piccoli si trattava di almeno tre mesi di mare. Si facevano un sacco di amicizie ed eravamo tutti uguali lì al campeggio, tutti in costume o tuta e tutti con la medesima abitazione: una tenda o una roulotte.

    Quando poi alla fine dell'estate ci si incontrava in città, allora venivano a galla le differenze sociali.

    Bell'articolo, rovinato però nel finale dal solito viziaccio di quel fogliaccio... individuare per tutti i mali di questo mondo uno ed un solo colpevole

  7. #7

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    E' con grande soddisfazione che ho letto l'articolo e i commenti: la mia paura era di essere il solo, o uno dei pochi, a pensare quello che l'autore dell'articolo ha scritto!
    Dobbiamo riflettere e portare anche altri a pensare, non è possibile andare avanti se continuiamo in questo modo. Ci vuole un punto d'arrivo e fermarsi a capire se è raggiungibile, il leggere e noi stessi pensare che staremmo meglio avendo meno fa veramente accapponare la pelle.
    La campagna, la natura, il mare con la tenda, i genitori e gli amici ...bello. un sogno!

  8. #8

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    Exclamation

    Scusate se il mio intervento è un pò meno positivo dei precedenti, ma credo che l'articolo che riporto dia una visione pragmatica di cò che sta avvenendo a livello mondiale.
    Mi sembra che le cose vengano esposte da un punto di vista che non avevo mai considerato fin'ora leggendo le info del mainstream.
    Dite che è questo l'equilibrio che si va a ri-definire ?

    Buena vida a todosss


    http://www.megachip.info/tematiche/g...menticato.html

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