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  1. #51

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    Grafico andamento economia ultimi quaranta anni

    Buongiorno a tutti!

    In allegato c'è il grafico che sintetizza tutti i ragionamenti sin qui svolti, e dipinge la dinamica economica relativa alla ricchezza e all'utilità, verificatasi negli ultimi quaranta anni.

    Si vedrà un grafico cartesiano sul quale sono riportati in ascisse il reddito medio Y, che come abbiamo visto è rinvenibile nella produzione. In pratica in ascissa è la crescita del PIL.
    In ordinate sono rappresentate la ricchezza W, e l'utilità U.

    Le varie linee si leggono così:
    A: Wt per valori probabili di Ψ ("ricchezza percepita");
    B: Ut per valori probabili di Ψ ("utilità percepita");
    C: Wt per Ψ = 1 ("richezza reale");
    D: Ut per Ψ =1 (utilità reale").

    I "valori probabili di Ψ" sono quelli vicino allo zero, che abbiamo discusso in un intervento precedente.

    I numeri 1,2,3,4,5 descrivono le diverse situazioni in un anno x, il 2000.

    "1" descrive la situazione dei neoclassici: U = W = Y.

    Gli altri si possono leggere, credo, sulla base delle nozioni a disposizione.

    Quali commenti si possono trarre in prima battuta?

    Intanto, leggendo le linee si vede che, fatto zero l'anno 1970 - anno di inizio dell'osservazione - la ricchezza reale sale leggermente fino all'altro ieri, ma in cambio di uno sforzo - produzione, reddito - maggiore. Ergo:

    1) a parità di reddito (reale, ossia scontando l'inflazione e il potere d'acqiusito) si è più poveri di prima; ciò per via del potere economico che è declinato, come abbiamo visto.

    2) a parità di sforzo (reddito - produzione) si è più poveri di prima, perché - sempre per il motivo detto - è oggi necessario più sforzo per ottenere lo stesso risultato di quaranta anni fa.

    La linea dell'utilità reale dice che essa è andata aumentando lievemente fino alla metà degli anni 1980, per poi iniziare una parabola discendente. I motivi appena espressi nelle due osservazioni danno la ragione di questo andamento, considerando come è strutturata l'utilità - vedasi la formula (R.14).

    La ricchezza e l'utilità percepita si mantengono invece, più o meno, in linea con la situazione descritta dai neoclassici, come detto a suo tempo.

    Siccome il grafico abbreaccia una successione temporale, non è solo importanto la "foto" che si può fare in un anno - il 2000 ad esempio - ma il trend. In ciò si constata l'utilità di visualizzare i concetti in grafico, perché talvolta sono più eloquenti di molte parole.

    Un'osservazione dinamica potrebbe essere questa: come si vede le linee tendono ad allontanarsi; ciò per un motivo.
    Fin'ora abbiamo parlato dell'individuo medio, della persona media, consumatiore medio. Esso è quello che governa l'economia (in effetti, volendola vedere così, egli è il cosumatore sovrano). Per esso, all'anno 2000, si era in 2 e 3; poiché non si rende conto del depierimento del potere economico.
    L'individuo x, invece, ossia una singola persona - non già la persona media, ma una "persona persona" - man mano che accresce la sua coscienza circa i fatti riguardanti il poetere economico (magari anche leggendo questo forum) viene in sostanza penalizzata. Poiché scoprirà di essere in 4 e 5, ossia ben più povera di quanto gli diano a credere - punto 1 - e pure di quanto normalmente si ritenga - punti 2 e 3.
    V'è quindi, si riscontra, un disincentivo all'informazione, alla cultura; in una parola - qualla che abbiamo usato sin'ora - alla coscienza.

    Fintantoché la maggior parte delle persone non si rende conto di essere in 4 e 5 invece che in 2 e 3 non vi potrà essere raddrizzamento delle linee C e D; ma ciò è impossibile che avvenga poiché vi è un disincentivo economico (si è più poveri nel caso ci si renda conto).Ergo, si dimostra che la dinamica è irreversibile, e le linee tenderanno ad allontanarsi sempre più.

    A meno che...di ciò ne parleremo,se avrete interesse.

    Una cosa si può fare, e vorrei discuterne con voi.


    In ultimo, i dati (fonte OCSE per quanto riguarda l'asse delle ascisse, che è l'unico che riporta dati quantificabili con certezza) finiscono al 2007, perché in quel'anno (2008) posi le basi di questo studio. Ci si può dilettare nel supporre come sia andata negli ultimi quattro anni, con la crisi. Questo studio era stato evidentemente concepito prima della crisi, ma mi pare dica cose che oggi si condividono assai più di quattro anni fa.

    Con la presdente abbiamo concluso la parte fondamentale dei ragionamenti.

    Aspetto domande se ci saranno.

    Continuerò ad ogni modo ad intervenire, magari invece che settimanalmente, ebdomedariamente (ogni due settimane).

    Saluti!!!
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    Ultima modifica di Denis Moretto; 06-12-11 alle 17:04

  2. #52
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    Andrea hai dimenticato l'allegato !!

    ciao
    ....non si desidera ciò che è facile ottenere (Ovidio)....

  3. #53

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    Ora Denis lo pubblicherà,
    perché io non posso, può solo l'amministratore.
    Lo farà, lo farà.
    (Chiaro che senza grafico non si capisce niente!).

  4. #54

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    Sono molto curioso di sapere cosa si potrebbe fare...
    Personalmente durante il mio periodo di studi mi sono interessato molto a quella parte della teoria che critica l'utilità economica come indicatore di benessere e il modello economico nel suo genere,
    Il modello da te descritto (ho letto il tuo libro oltre che gli interventi) è estremamente chiaro ed interessante ma mi risulta difficile trovare una qualsivoglia soluzione.
    Ritengo infatti che:
    1.Il modello economico, per inefficiente che sia, rispecchi la natura umana (o meglio la natura umana a livello macro). L'uomo (se preso nel suo insieme) vive in uno stato di sostanziale inconsapevolezza degli effetti delle proprie azioni oltre il confine dell'immediato.
    Il mercato, come fai notare nel testo, "peggiora" ancor più lo stato di inconsapevolezza, fornendo informazioni false (pubblicità).
    2.L'uomo cerca la di accrescere la sua conoscenza per la soddisfazione dei suoi bisogni immediati e non per una maggiore consapevolezza delle cose (conoscenza tecnica vs Nosce te ipsum)


    Tutte le altre soluzioni di cambiamneto radicale dell'economia "dall'alto" non sembrano praticabili (quando sono state applicate hanno fatto massacri).

    Da ciò, secondo me, l'inevitabile è la crisi ovvero il famoso cambiamneto di paradigma dominante.

    Complimenti ancora per il tuo lavoro...
    ciao

  5. #55

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    Risposta domanda e prospettiva nuovi interventi

    Citazione Originariamente Scritto da Ismael Visualizza Messaggio
    Sono molto curioso di sapere cosa si potrebbe fare...
    Personalmente durante il mio periodo di studi mi sono interessato molto a quella parte della teoria che critica l'utilità economica come indicatore di benessere e il modello economico nel suo genere,
    Il modello da te descritto (ho letto il tuo libro oltre che gli interventi) è estremamente chiaro ed interessante ma mi risulta difficile trovare una qualsivoglia soluzione.
    Ritengo infatti che:
    1.Il modello economico, per inefficiente che sia, rispecchi la natura umana (o meglio la natura umana a livello macro). L'uomo (se preso nel suo insieme) vive in uno stato di sostanziale inconsapevolezza degli effetti delle proprie azioni oltre il confine dell'immediato.
    Il mercato, come fai notare nel testo, "peggiora" ancor più lo stato di inconsapevolezza, fornendo informazioni false (pubblicità).
    2.L'uomo cerca la di accrescere la sua conoscenza per la soddisfazione dei suoi bisogni immediati e non per una maggiore consapevolezza delle cose (conoscenza tecnica vs Nosce te ipsum).
    Tutte le altre soluzioni di cambiamneto radicale dell'economia "dall'alto" non sembrano praticabili (quando sono state applicate hanno fatto massacri).
    Da ciò, secondo me, l'inevitabile è la crisi ovvero il famoso cambiamneto di paradigma dominante.
    Sto preparando tutta una seconda serie di interventi, perché mi sono reso conto che un discorso di teoria economica puro, se non è supportato da una solida - seppur basilare - conoscenza di storia della teoria economica risulta forse un po' insulso, e disancorato dalla realtà. Racconterò come è andata l'evoluzione del pensiero, per sommi capi, da quando è nata la scienza economica fino ad oggi, e così si potrà giustamente inquadrare il mio apporto, e comprenderne la portata.
    Il fine poi, e qui arrivo a Ismael, è quello di arrivare alla c.d. teoria applicata (politica economica applicata), sulla base di una teoria che non sia quella ortodossa, che come abbiamo visto non misura il deperimento di ricchezza; ed è imprecisa. Così parleremo di come si può uscire dalla malvagia dinamica.

    Dunque, per rispondere, intanto voglio dire che il concetto di "utilità" di per sé, io credo, non è né buono né cattivo. E' uno strumento di analisi: dipende cosa si intende per utilità. Io tutto sommato ho dato una definizione operativa di utilità, non tanto per fare. Per intenderci, in un modo o nell'altro il risultato dell'attività economica va misurato, per capire se la direzione porta verso un miglioramento o un peggioramento. Probabilmente si può inventare uno strumento analitico migliore, ma io per ora mi sono fermato qui. Ma ribadisco, un conto è il modello dominante - che in sostanza è erroneo perchè dice che l'utilità dipende solo dal denaro - e un altro è il concetto di utilità economica, che può essere maggiormente strutturato, e servibile in mancanza d'altro.

    Secondo, ossia domanda 1). Il moodello economico si propone, sostanzialmente di "misurare" la bontà o meno di un processo economico. Fa delle assunzioni per descrivere questo qualcosa che poi dovrà misurare; assunzioni che non rispecchiano la "natura umana a livello macro" in quanto suppongono che "l'uomo (anche preso nel suo insieme) vive in uno stato di sostanziale consapevolezza degli effetti delle proprie azioni oltre il confine dell'immediato". E' la c.d. "sovranità del consumatore", che appunto si presta a critiche giustificate, in quanto è un'assunzione assurda. Il modello rispecchierebbe quindi la natura umana se tenesse conto di quello che dice Ismael - e che io ho tentato di incorporare nel mio studio. Come si sà, negare un problema comporta il non occuparsi per risolverlo.

    2) L'osservazione è corretta, e corrobora quanto appena detto. Il "conosci te stesso" è quello che, contro ogni evidenza, la teoria economica suppone che l'individuo medio abbia conceguito.

    Poi: "Tutte le altre soluzioni di cambiamneto radicale dell'economia dall'alto non sembrano praticabili (quando sono state applicate hanno fatto massacri)". Non ho capito quali "altre", ossia: "oltre a quale"?. Comunque, io prospetterò pian piano una via di uscita che non prevede dirigismo, e non è "dall'alto". Adesso mi riorganizzo il materiale - perché per questa seconda parte non ne ho di pronto all'uso, e devo costruirlo - e porterò i ragionamenti verso questa via d'uscita.
    Faccio notare; io, nonostante abbia costruito il modello in circa un anno e mezzo, ci ho messo quasi tre anni a capire che nei suoi termini era presente una via d'uscita teorica verso una condizione e dinamica migliore. Dunque capisco il dubbio. Poco a poco ci arriveremo.
    Sono molto conteto che a qualcuno siano interessate queste note, e credo che la parte migliore debba ancora venire. Se avete domande fate, io rispondo.
    Buonagiornata.
    Alla prossima!

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