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  1. #21

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    Il modello economico di riferimento (4)

    Buongiorno a tutti.

    Mi rendo conto che senza il supporto dei grafici la serie di ragionamenti che avevo intenzione si presentare si trova ad essere di più difficile esposizione. Non sapevo all'inizio che ci fosse questa limitazione; nell'attesa che si trovi una soluzione, vedremo di farne a meno.

    Qualche tempo fa un lettore aveva chiesto di fornire bibliografia circa i discorsi che stiamo intrattenendo. Avevo in quella circostanza segnalato "La Grande Trsformazione", del Polanyi. Colgo l'occasione per segnalare che una bibliografia completa si può trovare in fondo al libro "La Ricchezza delle Persone", da cui sono tratti gli interventi via via postati sul forum, e che si può comprare al prezzo di costo su "ilmiolibro". Il modo più facile per trovarlo è scrivere "Acquarone Ricchezza" su google, e accedere alla prima pagina selezionata.

    Per quello che concerne i ragionamenti che stiamo portando avanti, abbiamo dunque detto che tramite il concetto di "ottimo paretiano" si individua una serie di possibilità ottime (efficienti), raffigurate dalla così detta "linea dei contratti". L'ottimo paretiano è pertanto un criterio di efficienza, così restando irrisolto il problema dell'equità della distribuzione, qunad'anche fosse efficiente.

    Il problema viene risolto dalla c.d. Funzione di Bergson-Samuelson, che si ripromette di indicare un punto ottimo tra gli ottimi, il c.d. bliss point, in cui verrebbe rispettato il criterio di equità proprio alla popolazione.
    Tale costruzione è legata alla nozione di utilità marginale decrescente, così intuibile: il primo bicchiere d'acqua offerto a un assetato arreca maggiore utilità del terzo, e molta più che il quarto, poiché la sete è ormai saziata. Si suppone perciò che dieci chili d'oro regalati a un non abbiente influiscano maggiormente sulla sua utilità di quanto non farebbero a colui che già gode di prospera ricchezza.

    Volendo indagare il concetto analiticamente, indichiamo con “W” la ricchezza aggregata, e poniamo che essa dipenda solo dalla somma delle utilità, ricordando la notazione (1), scriviamo (2):

    W = Σ Uh; Uh = F (Yh); h = 1, 2;

    il che vuol dire: il benessere aggregato è uguale somma delle utilità, l' utilità è funzione del reddito del cittadino medio, i cittadini presenti nell'economia sono 1 e 2.
    Così, notiamo che lungo la linea dei contratti potrebbe aversi una situazione del tipo (3):

    ∂W / ∂U1 > ∂W / ∂U2,

    che espressa pianamente significa: l'influenza della variazione di “U1” su “W” è maggiore a quella esercitata da “U2”, nel qual caso dovrebbe aumentarsi l'utilità di 1, poiché ne conseguirebbe un maggior incremento di “W”, fintanto che non si raggiunge la condizione (4):

    ∂W / ∂U1 = ∂W / ∂U.

    Quest'osservazione inserisce il concetto di equità nell'analisi del sistema generale.

    Tra gli studiosi c'è chi si oppone alla necessità di considerazioni equitative, sostenendo che in qualunque caso vale la (4); ossia, generalizzando, che l'aumento di utilità di un qualunque cittadino corrisponde ad un aumento di benessere generale di uguale portata, indipendentemente dal livello assoluto da cui prende avvio tale incremento.
    In termini matematici (5):

    ∂W / ∂Uh = 1; h = 1, 2.

    La (5) è la così detta posizione "utilitarista" o "benthamiana". Tale posizione, abbandonata da quasi un secolo, è stata ripresa dalla scuola della Public Choice, che fa capo a J. Buchanan. La teoria neoclassica di riferimento è invece propensa ad ammettere che la società non sia insensibile all'equità del risultato finale, sicché propone una formula flessibile del tipo (6):

    W = (Σ U v ) 1 / v ; - ∞< v <1,

    in cui “v” rappresenterebbe l'avversione sociale all'ineguaglianza.
    Un'altra proposta è quella di A. Atkinson del 1983, secondo cui (7):

    W = Σ Uh; Uh = [1/(1 – e)] ∙ Yh (1 – e ) ; 0 < e < ∞;

    dove “e” in questo caso ha lo stesso significato assunto in precedenza da “v”.

    Il fatto è che ne "e" ne "v" sono effettivamente conosciuti. Nasce perciò un dibattito sul metodo di stima del valore reale delle variabili: le posizioni si risolvono nei c.d. istituzionalisti, tra cui lo stesso Samuelson, che sostengono sia il governo a dover conoscere tale valore, e in coloro che propendono per l'arbitrarietà suggerita dalla statistica sociologica.

    La chiosa a questi discorsi si può trovare nelle parole del Prof. Phleps Brown, il quale ebbe a dire: "la nostra conoscenza dei fatti rilevanti dell’economia è incomparabilmente minore di quella goduta dalla fisica quando se ne compì la traduzione in termini matematici. Invero, la svolta della fisica nel XVII secolo, specificatamente nel campo della meccanica, fu possibile solo grazie ai precedenti sviluppi dell’astronomia: fu basata su millenni di sistematiche e scientifiche osservazioni astronomiche, che un osservatore insuperabile come Tycho Brahe portò al culmine. Niente del genere è accaduto alla scienza economica. Sarebbe stato assurdo in fisica attendersi Keplero e Newton senza Tycho, e non v’è speranza ragionevole
    che in economia si possa progredire più facilmente”.

    Così, anche senza aver potuto inserire una rappresentazione grafica, abbiamo spiegato le nuda ossa del modello di riferimento. Ancora qualche intervento per specificare bene il concetto, e poi passeremo a discorsi più stimolanti; era però mia ferma convinzione che il dibattito, se dibattito avrà da esservi, sarebbe stato più interessante una volta che tutti i partecipanti avessero conosciuto i termini della questione. Pertanto, ancora un po' di pazienza!

    Buona giornata!!

    A. A.

  2. #22

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    sveglio il ragazzo vero? Proprio un bell'acquisto per il nostro forum, e ... l'ho pure scoperto io ... sui banchi di scuola ... quando capirò come si inviano gli allegati sarò meno misteriosa, grazie Andrea

  3. #23
    L'avatar di Cagalli Tiziano
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    Citazione Originariamente Scritto da Alessandra Visualizza Messaggio
    sveglio il ragazzo vero? Proprio un bell'acquisto per il nostro forum, e ... l'ho pure scoperto io ... sui banchi di scuola ... quando capirò come si inviano gli allegati sarò meno misteriosa, grazie Andrea
    ...e per la scopritrice:

    ..se corri dietro a due lepri, non ne prendi nemmeno una.

  4. #24

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    Ciao Andrea
    Complimenti a Tiziano,Alessandra che ti ha scoperto ,ma sopratutto alla tua esposizione.
    Legendo l'ultimo riferimento economico (4),non mi è tanto chiaro la formula 6 e la 7
    e di conseguenza il valore v ed e.
    Potresti spendere due righe in piu ?
    Grazie Angelo

  5. #25

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    Buonasera a tutti.

    In primo luogo mi scuso per il tempo lasciato passare dall'ultimo intervento, e della domanda che mi era stata posta, e che ho lasciato inevasa. Stasera rimedio.

    La richiesta di chiarimento circa le formule (6) e (7) è quanto mai giustifcata. In primo luogo è vero che non erano state scritte bene. E' successo così :come detto ho scritto un libro sull'argomento, e quello che sto facendo in questi interventi è dividerlo in puntate. Così, a parte i riadattamenti necessari per mantenere il dialogo, le parti di spiegazione tecnica sono più o meno dei copia-incolla, siccome non c'è ragione di riscrivere una cosa che già è stata scritta.
    Dunque accade che le formule copiate dal documento originale sono state trascritte malamente sulla pagina del forum, poichè c'erano dei numeri elevati a potenza che sono risultati scrtitti come delle moltiplicazioni. Chiedo venia per non aver controllato. Il fatto che mi sia stato segnalato testimonia, se ce ne fosse dubbio, che i lettori sono attenti, e stimola il sottoscritto a non commetere altri errori.

    Le formule corrette sono (6):

    W = (Σ U elevato all v ) il tutto elevato alla 1 / v ; - ∞< v <1,

    e (7):


    W = Σ Uh; Uh = [1/(1 – e)] ∙ Yh elevato alla (1 – e ) ; 0 < e < ∞;

    Per il significato delle variabili rimando al precedente intervento.

    E' evidente che si tratta di astrazioni matematiche,ma di cui si può anche tracciare il grafico (che forse aiuterebbe a capire: si fa la prova con i due estremi "-∞" in un caso e "1" nell'altro, oppure "0" e "∞" a seconda di quale equazioni si usi. Si notano allora delle forme particolari. A "-∞" nella prima e ad "∞" nella seconda corrisponde la società più avversa all'ineguaglianza - detta "rawlsiana" da John Rawls, filosofo, vedi "Una Teoria di Giustizia" -, ad "1" e "0" la "utilitiarista", ovvero la meno avversa alla diseguaglianza.
    Si ricordi che ill valore reale della variabile è sconosciuto (!). Va aggiunto che per portare la situazione economica ad assecondare i valori di "e" o "v" che si saranno soppostoi reali, c'è una ipotesi che ancora non avevo specificato, e o ossia che al governo sia concessa la facoltà di fare trasferimenti così detti lump sum, ossia non distorsivi del criterio paretiano di efficenza (che ci ricordiamo va rispettato). E' pacifco che anche questa sia un'astrazione, giacché invece ogni tassa-trasferimento si sa essere distorsivo dell'ottimo paretiano.

    Detto ciò ci restano da vedere ancora alcune specificazioni che avevo in progetto di presentare stasera; necessarie prima di porocedere alla rassegna delle critiche che sono state portate nel tempo al modello di riferimento. Tal'ultima costituirà la seconda parte della serie di interventi. In seguito verrà presentata la visione che io stesso ho fornito dei fatti economici, appoggiandomi in parte alle critiche degli altri, e in specifico "montandone" due assieme - due che non si erano mai "parlate" tra loro, ma che invece se accostate costituiscono un'impostazione generale e, a mio avviso, rilevante.
    A quel punto sono certo, nascerà un fervente dibattito, perché saremo giunti a saperne abbastanza per domandarci "che fare?", sperando che sapremo darci una risposta più intelligente di quella che espresse a suo tempo quel signore famoso che si pose la questione una volta auto il potere (Lenin).

    Per venire ai nostri fatti, resta da dire che uno dei quattro requisiti della costruzione modellare di First Best, si ricorderà (vedi "il mod... 3") , è che si ipotizzi un contesto di "concorrenza perfetta"; altrimenti detto, i risultati teorici sono validi se regge questa condizione, oltre alle altre esplicitate.

    Dunque "concorrenza perfetta" richiede che quattro condizioni si verifichino:
    1) che i produttori siano molteplici, e nessuno così potente da poter influire sul prezzo, che pertanto si forma liberamente incontrando la Domanda;
    2) che i consumatori siano molteplici, così che nessuno sia tanto grande da influenzare il prezzo;
    3) che non esistano barriere all'entrata del mercato, né legali, né tecnologiche;
    4) che ogni attore disponga di "perfetta informazione".


    Le prime tre rientrano nei problemi della forma di mercato, e ne diciamo ora, mentre la quarta ci interesserà da vicino, e ne parlrermo in seguito.

    Quanto al fatto che la concorrenza, giocoforza "imperfetta", tenda di per sé all'oligopolio si veda dunque cosa diceva Tirtner all'inizio degli anni 1980:"qualche decennio fa numerosi erano numerosi gli economisti che si dedicavano allo studio delle forme di mercato intermedie tra concorrenza e monopolio (...). Successivamente si è però tornati all'ipotesi della concorrenza perfetta che non era realistica quarant'anni fa, e lo è ancor meno adesso: ne segue che molti degli argomenti trattati (…) sono irrilevanti per la comprensione della realtà economica” (Dall'Introduzione a: Consigliere, I., Econometria, Bozzi, Genova, 2002, pag. XVI. L'introduzione in oggetto fu scritta per l'edizione del 1982.). Tintner era ad Harvard negli anni buoni di Schumpeter, che portarono alla sintesi neoclassica - fine anni 1930 inizio anni 1950. Come dire, era un economista che più istituzionale non si può, uno dei padri del modello che stiamo presentando. Vedremo che non sarà l'unico grande a disconoscere la piega degli studi venuti in seguito, e a non essere stato più ascoltato.

    Per stasera è tutto.

    A presto!

    Andrea Acquarone.

  6. #26

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    Tutto chiarissimo come sempre Andrea!
    E' sempre un piacere leggerti.

  7. #27

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    Citazione Originariamente Scritto da Andrea Acquarone Visualizza Messaggio
    Mi rendo conto che senza il supporto dei grafici la serie di ragionamenti che avevo intenzione si presentare si trova ad essere di più difficile esposizione. Non sapevo all'inizio che ci fosse questa limitazione
    Complimenti per la preparazione! ma non puoi inserire le immagini come allegati come è uso comune nel forum? In effetti sarebbe più chiaro

  8. #28

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    Citazione Originariamente Scritto da BMM Visualizza Messaggio
    Complimenti per la preparazione! ma non puoi inserire le immagini come allegati come è uso comune nel forum? In effetti sarebbe più chiaro
    Non riesco a capire come si faccia; se me lo puoi dire te ne sono grato. Perché all'icona "inserisci immagine" mi chiede di digitare un indirizzo url, e non saprei che indirizzo dirgli.
    Grazie!

    Andrea

  9. #29

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    Citazione Originariamente Scritto da Andrea Acquarone Visualizza Messaggio
    Non riesco a capire come si faccia; se me lo puoi dire te ne sono grato. Perché all'icona "inserisci immagine" mi chiede di digitare un indirizzo url, e non saprei che indirizzo dirgli.
    Grazie!

    Andrea
    in effetti c'è qualcosa di strano: nell'editor della risposta in altre discussioni c'è un'inconcina col fermaglio per inserire allegati (quindi immagini) a destra dell'iconcina con lo smile che si ha qui. E' chiaro che gli allegati non sono permessi in questa discussione però sarebbero effettivamente utili perchè una cosa è descrivere un grafico a parole e una cosa è vederlo

    Non so se qualcuno di Playoptions possa abilitare gli allegati in questo thread, sarebbero utili...

    PS ho letto dopo che non è possibile aggiungere allegati in tutta la sezione "Oggi parliamo di...", forse si potrebbe spostare il thread in un'altra sezione...
    Ultima modifica di BMM; 30-05-11 alle 19:55

  10. #30
    L'avatar di Denis Moretto
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    Citazione Originariamente Scritto da Andrea Acquarone Visualizza Messaggio
    Non riesco a capire come si faccia; se me lo puoi dire te ne sono grato. Perché all'icona "inserisci immagine" mi chiede di digitare un indirizzo url, e non saprei che indirizzo dirgli.
    Grazie!

    Andrea
    Scusa Andrea,
    ma non ti esce questa finestra se clicchi su "gestione Allegati"?

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