Risultati da 1 a 10 di 10

Discussione: Volatilita' Storica

  1. #1
    shark61
    Guest

    Volatilita' Storica

    Cosa ne pensate di questo metodo di studio della volatilita' storica e quindi regole di trading su future e opzioni

    » Volatility analysis and derivatives trading «
    a cura di GUIDO CECCAROSSI, da uno studio di D.Krell e F.Cavasino (SIAT) dal titolo "Volatility analysis and derivatives trading" - g.ceccarossi@tin.it

    Il lavoro è fondamentalmente uno studio della volatilità di una serie storica al fine di trarne utili indicazioni in termini di operatività con i derivati (futures e options).

    Innanzitutto si suppone di scomporre la volatilità in due componenti: una attribuibile al trend in corso, l'altra ad una componente di "noise" (rumore).

    La volatilità storica è misurata come d'abitudine dalla deviazione standard del logaritmo naturale del rapporto di due prezzi consecutivi (in pratica la variabilità dei rendimenti giornalieri).

    Inoltre si fa una regressione statistica (lineare o non lineare) sulla serie storica calcolando:
    - R^2 (scusate il tecnicismo, chi sa di statistica capisce di cosa parlo, altrimenti ci si può limitare all'interpretazione) che mostra la percentuale di movimento che può essere spiegata dalla regressione stessa;
    - errore standard che misura quanto i dati reali (prezzi) si discostano dalla regressione effettuata. più sono dispersi intorno alla linea di regressione, più è alto l'errore standard. questa è una misura del noise che può essere assimilata al rischio (incertezza) presente sul mercato.

    Ciò che si vuole determinare in ultima analisi sono i movimenti verticali (trend o congestioni) caratterizzati da un livello di noise accettabile.

    In prima approssimazione viene calcolato una specia di stocastico di Lane (qui io passo perché non sono esperto di a.t. e soprattutto perché gli algoritmi non sono spiegati nel lavoro) del rapporto deviazione standard/errore standard.
    Se l'indicatore scende significa fondamentalmente che:
    1) l'errore standard cresce più velocemente della volatilità totale;
    2) la volatilità totale scende rapidamente.
    In entrambi i casi il rischio relativo aumenta poiché aumenta il peso della componente di noise (si vedrà che è il momento di uscire dal mercato).

    Per analizzare il comportamento della volatilità su delle serie storiche viene usato un indicatore che è una somma di più stocastici calcolati su entrambe la volatilità storica e errore standard (qui il lavoro è un po' oscuro).
    Si cerca poi di definire la percentuale di periodi in cui l'indicatore sale o scende usando un ROC a 1 giorno dell'indicatore stesso.
    risulta che il 44% circa dei giorni sale mentre il 56% scende. inoltre la distribuzione non sembra essere normale.

    Conclusioni del test:
    1) La maggior parte delle volte il mercato è in equilibrio (oscillatore < 50) e quando l'equilibrio è rotto il mercato si muove verso un nuovo equilibrio. è la fine di una congestione.
    2) Quando il mkt decide di trovare un nuovo equilibrio, si muove velocemente (la vola cresce). è la fase di trend.
    3) Una volta individuato il nuovo equilibrio, la vola decresce a un tasso inferiore, comparato al valore assoluto del tasso a cui è cresciuta. sono le fasi di consolidamento-ritracciamento.
    4) Raggiunto l'equilibrio, in genere si osserva una perdita di momento. sono le fasi di consolidamento dove si possono trovare divergenze e formazioni di inversione.
    5) In pochi casi si osserva hyper-volatilità. sono i casi in cui si osservano gli spike e le false rotture.

    Allora la vola può essere analizzata secondo due chiavi di lettura:
    a) direzione (crescente o decrescente)
    b) livello relativo (bassa, normale, hyper)

    L'appartenenza alle tre classi di cui al punto b) viene determinata delle bande di bollinger che, apmliandosi e restringendosi seguendo il trend della vola stessa, segnalano gli eccessi.

    Combinando punto a) con punto b) si ottengono sei fasi del mercato caratterizzate dalle seguenti strategie operative:

    1) Volatilità crescente in area bassa (sotto la banda inferiore). fine di una fase di congestione. i movimenti più decisi escono da questa fase. è poco rischiosa perché la vola è ancora bassa. strategie: futures in direzione del trend aumentando l'esposizione; acquisto di opzioni, long gamma e long vega.
    2) Volatilità crescente in area neutra. continuazione della fase 1). rischio ancora basso poiché la vola è ancora crescente. strategia sempre a favore del trend quindi futures ma senza sovraesposizione; acquisto opzioni o spread verticali, long gamma e long vega.
    3) Volatilità crescente in area hyper (sopra la banda superiore). giusto prima della fine del trend. può continuare ma si osservano spesso gli spike e repentine inversioni. la false rotture sono tipiche. il rischio è massimo. strategie operative: chiudere le posizioni e stare alla finestra.
    4) Volatilità decrescente in area hyper. più o meno come sopra ma si ha un picco nel noise, quindi incertezza sulla direzione. strategie: strategie trend following molto rischiose. vendere volatilità con le opzioni prendendo posizioni a rischio limitato. vendita di spread verticali, butterflies, condors etc..
    5) Volatilità decrescente in area neutra. è la classica fase di congestione dopo un trend. sempre rischioso ma il noise decresce. strategie: futures in trend-controtrend (supporti - resistenze) con esposizione ridotta. vendere volatilità con le opzioni a rischio limitato o no: vendita opzioni, covered calls-puts, strangles, straddles, vendita spread verticali, butterflies, condors.
    6) Volatilità decrescente in area bassa. congestione e non si sa dove andrà, né quando. basso rischio. i futures non sono indicati poiché senza trend ma può essere il momento di incassare il valore temporale delle opzioni. strategie: futures in contro trend. opzioni con strategie a rischio limitato (la prossima fase sarà probabilmente una fase 1) quindi pronti a chiudere gli short sulle opzioni senza rischiare troppo. quindi covered calls-puts, vendita spread verticali, butterflies, condors. sconsigliate posizioni direzionali e pronti a chiudere gli short


  2. #2

    Data Registrazione
    Nov 2008
    Messaggi
    871

    Re:Volatilita' Storica

    Ciao, anche se sono stanco ho letto tutto, è una analisi da kilo, io non sarei in grado di farla, per semplificare un pò, penso che le bande di Bollinger, insieme all' indicatore di volaltilità storica, sovrapposto a quello della volatilità implicita, ti possa rivelare se ad esempio la vola implicita è superiore alla storica, vuol dire che qualcosa bolle in pentola, c'è aspettativa per quel sottostante, se poi vuoi avere una indicazione del trend, usa le bande di bollinger "secondo Tiziano", che è roba da capelli dritti...

  3. #3
    L'avatar di Cagalli Tiziano
    Data Registrazione
    Dec 2007
    Località
    Rovigo
    Messaggi
    11,164

    Re:Volatilita' Storica

    Le scuole di volatilità e correlazione considerano questi parametri come particolari processi stocastici.
    E così, come processi stocastici, possono essere usati per modellare le variazioni di prezzi.

    La volatilità giornaliera non è direttamente osservabile in quanto per definizione la calcoli solamente alla chiusura della giornata tuttavia si può notare che esistono dei clusters di volatilità e che questi differiscono nel tempo. Su queste osservazioni storiche si vede chiaramente, almeno a me pare, che la volatilità varia entro un intervallo fisso.

    La conferma è appunto in questi periodi di valori alti toccati però altre volte in altri anni. :cheer:

    Quindi c'è persistenza. Da alta a bassa, da bassa ad alta...e via così.
    Possiamo affermare che è autocorrelata in maniera sostanziale e pertanto ha margini di predicibilità.

    Ci sono però forti evidenze empiriche che debbono sempre essere tenute in considerazione per costruire i modelli, infatti spesso mi trovo evidenti assimetrie.

    Oltretutto l'incertezza aumenta all'aumentare della lunghezza dell'intervallo temporale che considero e NON posso mettere a confronto la varianza calcolata su periodi diversi. Posso usare una deviazione standard giornaliera ed annualizzarla, quindi tengo conto che la devo convertire...250 oppure 252 giorni borsa.

    Teniamo anche conto che la volatilità è una varianza condizionata e sarebbe meglio, io così faccio, costruire un modello con varianza condizionata variabile secondo uno schema parametrico e parsimonioso.

    In conclusione, potrei rischiare di mettere sul fuoco una bella pentola con la probabilità che poi non ci metta nulla a cuocere dentro. :whistle:

    Comunque quello che hai esposto è un test e come tale va osservato. Ottimo lavoro, utilissimo per continuare a studiare.

    Grazie.
    ..se corri dietro a due lepri, non ne prendi nemmeno una.

  4. #4

    Data Registrazione
    Apr 2008
    Messaggi
    4,076

    Re:Volatilita' Storica

    Mi sa che io devo studiare ancora molto! :whistle:

  5. #5

    Data Registrazione
    Jan 2008
    Messaggi
    1,003
    Citazione Originariamente Scritto da Cagalli Tiziano Visualizza Messaggio
    Le scuole di volatilità e correlazione considerano questi parametri come particolari processi stocastici.
    E così, come processi stocastici, possono essere usati per modellare le variazioni di prezzi.

    La volatilità giornaliera non è direttamente osservabile in quanto per definizione la calcoli solamente alla chiusura della giornata tuttavia si può notare che esistono dei clusters di volatilità e che questi differiscono nel tempo. Su queste osservazioni storiche si vede chiaramente, almeno a me pare, che la volatilità varia entro un intervallo fisso.

    La conferma è appunto in questi periodi di valori alti toccati però altre volte in altri anni. :cheer:

    Quindi c'è persistenza. Da alta a bassa, da bassa ad alta...e via così.
    Possiamo affermare che è autocorrelata in maniera sostanziale e pertanto ha margini di predicibilità.

    Ci sono però forti evidenze empiriche che debbono sempre essere tenute in considerazione per costruire i modelli, infatti spesso mi trovo evidenti assimetrie.

    Oltretutto l'incertezza aumenta all'aumentare della lunghezza dell'intervallo temporale che considero e NON posso mettere a confronto la varianza calcolata su periodi diversi. Posso usare una deviazione standard giornaliera ed annualizzarla, quindi tengo conto che la devo convertire...250 oppure 252 giorni borsa.

    Teniamo anche conto che la volatilità è una varianza condizionata e sarebbe meglio, io così faccio, costruire un modello con varianza condizionata variabile secondo uno schema parametrico e parsimonioso.

    In conclusione, potrei rischiare di mettere sul fuoco una bella pentola con la probabilità che poi non ci metta nulla a cuocere dentro. :whistle:

    Comunque quello che hai esposto è un test e come tale va osservato. Ottimo lavoro, utilissimo per continuare a studiare.

    Grazie.
    Un bel ripasso non fa mai male!

  6. #6

    Data Registrazione
    Dec 2011
    Messaggi
    571
    Leggerò con interesse questo studio.
    Io sto lavorando ad un uso combinato di due analisi: una sulla vola ed una sui rendimenti.
    A partire dai dati ad alta frequenza (5 minuti) si calcola la "vera" (o la più vicina alla vera) volatilità del titolo e si procede al forecast qualche step in avanti (roba di barre a 5 minuti, max 1 ora).
    Contemporaneamente si stima un parametro chiamato coefficiente di Hurst per descrivere la legge di potenza che descrive la dinamica dei rendimenti in quel preciso momento.
    Il tutto deve servire per capire il livello di noise che può esserci attorno a determinati livelli sui quali sono previsti i nostri aggiustamenti.
    Le soglie di intervento andrebbero quindi modulate sulla base dei risultati.
    Se ad esempio dovessi stinare un coefficiente di Hurst prossimo a 0.5 so che il titolo è in una fase in cui il suo comportamento è del tutto casuale, imprevedibile. Se il forecast di vola mi dice che la vola è costante nelle prossime barre dovrebbe essere un segnale che il mercato stazionerà lì e che quindi le mie sogli di intervento vanno spostate di un tot di punti che posso definire sulla base della vola prevista.

    Un'ulteriore possibilità è applicare l'analisi per stimare il coefficiente di Hurst direttamente alla serie della vola realizzata in modo da cercare di prevedere i regimi che la caratterizzano e comportarsi di conseguenza.

  7. #7
    L'avatar di Cagalli Tiziano
    Data Registrazione
    Dec 2007
    Località
    Rovigo
    Messaggi
    11,164
    Citazione Originariamente Scritto da the learner Visualizza Messaggio
    Leggerò con interesse questo studio.
    Io sto lavorando ad un uso combinato di due analisi: una sulla vola ed una sui rendimenti.
    A partire dai dati ad alta frequenza (5 minuti) si calcola la "vera" (o la più vicina alla vera) volatilità del titolo e si procede al forecast qualche step in avanti (roba di barre a 5 minuti, max 1 ora).
    Contemporaneamente si stima un parametro chiamato coefficiente di Hurst per descrivere la legge di potenza che descrive la dinamica dei rendimenti in quel preciso momento.
    Il tutto deve servire per capire il livello di noise che può esserci attorno a determinati livelli sui quali sono previsti i nostri aggiustamenti.
    Le soglie di intervento andrebbero quindi modulate sulla base dei risultati.
    Se ad esempio dovessi stinare un coefficiente di Hurst prossimo a 0.5 so che il titolo è in una fase in cui il suo comportamento è del tutto casuale, imprevedibile. Se il forecast di vola mi dice che la vola è costante nelle prossime barre dovrebbe essere un segnale che il mercato stazionerà lì e che quindi le mie sogli di intervento vanno spostate di un tot di punti che posso definire sulla base della vola prevista.

    Un'ulteriore possibilità è applicare l'analisi per stimare il coefficiente di Hurst direttamente alla serie della vola realizzata in modo da cercare di prevedere i regimi che la caratterizzano e comportarsi di conseguenza.
    ottimo!
    io ho applicato in passato il coefficiente di Hurst senza ottenere però i risultati desiderati (oltretutto non ero fresco di laurea, specifica, come te).

    Se riesci ad ottenere qualche cosa di buono, me lo puoi passare e lo verifico con i mezzi che ho a disposizione. Facciamo un back test di qualche lustro.
    ..se corri dietro a due lepri, non ne prendi nemmeno una.

  8. #8

    Data Registrazione
    Dec 2009
    Messaggi
    813

    Thumbs up

    Citazione Originariamente Scritto da the learner Visualizza Messaggio
    Leggerò con interesse questo studio.
    Io sto lavorando ad un uso combinato di due analisi: una sulla vola ed una sui rendimenti.
    A partire dai dati ad alta frequenza (5 minuti) si calcola la "vera" (o la più vicina alla vera) volatilità del titolo e si procede al forecast qualche step in avanti (roba di barre a 5 minuti, max 1 ora).
    Contemporaneamente si stima un parametro chiamato coefficiente di Hurst per descrivere la legge di potenza che descrive la dinamica dei rendimenti in quel preciso momento.
    Il tutto deve servire per capire il livello di noise che può esserci attorno a determinati livelli sui quali sono previsti i nostri aggiustamenti.
    Le soglie di intervento andrebbero quindi modulate sulla base dei risultati.
    Se ad esempio dovessi stinare un coefficiente di Hurst prossimo a 0.5 so che il titolo è in una fase in cui il suo comportamento è del tutto casuale, imprevedibile. Se il forecast di vola mi dice che la vola è costante nelle prossime barre dovrebbe essere un segnale che il mercato stazionerà lì e che quindi le mie sogli di intervento vanno spostate di un tot di punti che posso definire sulla base della vola prevista.

    Un'ulteriore possibilità è applicare l'analisi per stimare il coefficiente di Hurst direttamente alla serie della vola realizzata in modo da cercare di prevedere i regimi che la caratterizzano e comportarsi di conseguenza.
    Il tuo nick "the learner" non ti rende assolutamente giustizia! Ok ora vado a studiare il coefficiente di Hurst, grazie a tutti per i preziosi ed interessanti spunti!

  9. #9

    Data Registrazione
    Dec 2011
    Messaggi
    571
    Citazione Originariamente Scritto da Cagalli Tiziano Visualizza Messaggio
    ottimo!
    io ho applicato in passato il coefficiente di Hurst senza ottenere però i risultati desiderati (oltretutto non ero fresco di laurea, specifica, come te).

    Se riesci ad ottenere qualche cosa di buono, me lo puoi passare e lo verifico con i mezzi che ho a disposizione. Facciamo un back test di qualche lustro.
    Ciao,

    be' io per il momento ho implementato qualcosa in MATLAB ma i test sono ancora pochi. La speranza e' che in BeeTrader possa riuscire a velocizzare il tutto.
    In ogni caso, credo non si possa prescindere da un sw di calcolo esterno. Come ogni stima, anche con il coefficiente di Hurst si tratta di stabilire quando esso sia significativamente diverso da 0.5.
    Diciamo che sono un po' piu' ottimista lato vola, ben piu' prevedibile.
    Del resto a noi la direzione serve relativamente e, come arai certamente capito, queste semplici idee vanno in una sola direzione: cercare di capire se su un determinato livello su cui abbiamo previsto l'aggiustamento il sottostante e' probabile che stazionera' facendoci entrare e uscire di continuo. Creare quindi delle soglie dinamiche sulla base dei risultati ottenuti.
    Quindi un possibile strumento (da vedere quanto piu' efficace di altri indicatori di regime) a supporto dell'attivita' di gestione che tu ci hai insegnato.


    Citazione Originariamente Scritto da CIVT Visualizza Messaggio
    Il tuo nick "the learner" non ti rende assolutamente giustizia! Ok ora vado a studiare il coefficiente di Hurst, grazie a tutti per i preziosi ed interessanti spunti!
    Ciao CIVT,

    tranquillo, sono cose molto semplici queste... regressione lineare o poco piu'.

  10. #10

    Data Registrazione
    Feb 2012
    Località
    Pisa
    Messaggi
    351
    Citazione Originariamente Scritto da the learner Visualizza Messaggio
    Ciao CIVT,

    tranquillo, sono cose molto semplici queste... regressione lineare o poco piu'.

    Ha ragione CIVT: il tuo nick non ti rende assolutamente giustizia!

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
Contattaci

Chiama gli esperti
+39 0425 792923

Chiamaci
Email

Richiedi informazioni via E-MAIL
info@playoptions.it

Scrivici
Nostri Uffici

Vieni a trovarci
45100 Rovigo

Contattaci

Serve Aiuto?

Contattaci per maggiori informazioni.

Denis MorettoSpecialista Finanziario
Contattaci
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.