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  1. #1

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    Bail-in: chi rischia veramente? L'Europa.

    Le autorità europee hanno deciso, con poca lungimiranza secondo me, che oggi 1 gennaio 2016 “chi rompe i cocci paga”, cioè che le banche non potranno più essere salvate dagli Stati, ma saranno in buona parte salvate dai loro azionisti, obbligazionisti e correntisti per l’eccedenza oltre 100000 euro depositati.

    Secondo me questa misura ha il fiato corto, cortissimo, anzi è proprio un boomerang.

    Il problema che vogliono risolvere, per dirla in breve, è quello di evitare che l’Europa debba essere chiamata anche indirettamente in ballo per aiutare gli Stati a salvare le proprie banche. Infatti ogni salvataggio di banche da parte di uno Stato può comportare un aumento del suo debito pubblico. E poiché in un’ottica di Unione Politica Europea i debiti pubblici dei singoli Stati dovranno necessariamente essere difesi dalla Banca Centrale Europea, in un futuro più o meno lontano tutti si dovranno fare carico dei debiti di tutti in un modo o nell’altro.
    Allora mettere le mani avanti veicolando parte delle perdite dovute a fallimenti bancari sul risparmio privato è parsa alle autorità europee una buona idea, peraltro sperimentata con successo a Cipro qualche anno fa.

    Ma Cipro non fa testo secondo me, perché una cosa è salvare delle banche con risparmio privato una volta, senza avviso previo, come hanno fatto a Cipro ed altra è fare una legge che rende legale per sempre questo metodo.
    C’è una differenza sostanziale tra le due situazioni. Nella prima il privato colpito all’improvviso è totalmente indifeso, nella seconda no.
    Infatti ora tutti sanno del rischio che si corre a depositare soldi (anche se oltre i 100000 euro) in banche a rischio fallimento e quindi prima che avvenga qualcosa faranno la cosa più semplice che c’è al mondo: li sposteranno!

    Per capire dove spostarli, anche qui, non ci metteranno molto tempo. Infatti basta fare alcune semplici considerazioni.
    Che caratteristiche avevano le banche che sono state salvate? Erano tutte piccole.
    La mala gestione in una banca è più probabile se è piccola o se è grande? Probabilmente se è piccola e condotta da un ristretto numero di persone che possono accordarsi più facilmente.
    Il rapporto contrattuale di una banca in cerca di un salvataggio da parte dello Stato cambia in base alla sua dimensione? Certo più la banca è grande più lo Stato è disponibile ad aiutarla.
    Quindi la risposta su dove spostare i soldi è che bisogna trasferirli su banche grandi.

    Mano mano che queste considerazioni si faranno strada i depositi delle banche piccole si assottiglieranno sempre più a favore di quelle grandi.
    Questo determinerà un aumento progressivo e inarrestabile del numero delle banche piccole in difficoltà e quindi di fallimenti bancari.

    Si interverrà con il bail-in azzerando tutti i debiti della banca dovuti a capitale, prestiti obbligazionari e somme depositate eccedenti i 100000 euro a deposito.
    Ma se l’ammanco fosse ancora superiore, in ogni caso la banca non sarebbe in grado di restituire i soldi ai correntisti con meno di 100000 euro.

    Allora interviene il fondo di garanzia, che è impegnato a rifondere questi correntisti.
    Ma questo fondo, intanto ha dei tempi di istruttoria per poter restituire i soldi e tali tempi possono essere anche molto lunghi, ma poi ha un capitale limitato e assolutamente insufficiente a fare fronte ad un crescente numero di fallimenti bancari.

    Dovrebbe essere l’Europa ad autorizzare uno Stato di rifinanziare questo fondo, ma se non lo facesse, per gli stessi motivi esposti sopra, che fine farebbero i soldi dei correntisti con meno di 100000 euro?

    In pratica questa norma europea, più o meno velatamente, più o meno consciamente, invita a diffidare delle banche piccole. Che però sono la maggioranza nel paese e sostengono le economie locali e che se chiudessero se ne porterebbero via con loro gran parte.

    Secondo me questi ragionamenti faranno presto a divulgarsi e determineranno la corsa al trasferimento dei fondi da una banca ad un’altra.

    Nel 1929 in America la famosa crisi fu iniziata proprio con la corsa agli sportelli per ritirare i soldi.
    Oggi non si tratta di ritirarli, ma di spostarli.
    Il discorso non è proprio uguale, ma l’effetto domino potrebbe essere lo stesso.
    Ultima modifica di pidi10; 03-01-16 alle 15:33

  2. #2

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    Dimenticavo

    Buon Anno a tutti.

  3. #3

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    Timori di fuga di risparmiatori da nuova Banca Etruria

    E' di stamattina l'articolo sotto riportato in cui si annuncia l'inaspettata novità che la nuova Banca Etruria è pronta, subito e prima del decreto, a iniziare a restituire il mal tolto.
    Particolarmente significativo il seguente brano:

    "un chiaro tentativo di arginare il minacciato deflusso di correntisti, sempre più decisi a spostare i soldi altrove, come testimoniato da molti
    nelle manifestazioni di Roma, Arezzo, Civitavecchia.
    Un'eventualità dannosissima per una banca ripulita e (ora) solida, in attesa di essere venduta. La parola d'ordine nelle comunicazioni telefoniche di questi giorni tra il ministro Padoan, il suo capo di gabinetto Garofoli, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, il presidente dell'Anac Cantone e il presidente delle new bank Nicastro è dunque "rassicurare " ad ogni costo. Prima che si inneschi una crisi di fiducia, a quel punto irreparabile e con effetto domino dagli esiti incalcolabili."



    http://www.repubblica.it/economia/20...94/?ref=HREA-1

    E' il primo segno degli effetti del "Bail-in"?
    Ultima modifica di pidi10; 02-01-16 alle 15:21

  4. #4

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    Ottima analisi Pidi, mi sembra tutto un grande baraccone sempre in emergenza, senza una strategia, tutto all'ultimo minuto o dopo ...
    E non mi dite che c'è un direttore d'orchestra occulto perchè non ci credo , mi sembra invece che siano toppe messe una sull'altra a coprire la toppa precedente che fa acqua
    Io non vendo tasti ! - Tiziano Cagalli ...quindi se c'è un tasto (su Fiuto) vuol dire che serve !!

  5. #5

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    sono d'accordo quando dici che il bail-in può essere una scappatoia per l'Europa, anche se poi le responsabilità degli Stati ricadranno necessariamente su di essa e qui si riaffaccerebbero timori che vorrebbero due Europa ...
    sono meno in sintonia quando dici che le piccole realtà bancarie sono più a rischio di quelle più grandi: secondo me è tutto un problema di carta (straccia), chi ne ha di più nei propri bilanci sarà tenuto necessariamente a sanare piccolo o grande che sia. Il bail-in ha diverse tappe e se guardi tra le prime si annoverano fusioni e scorporazioni di asset ; forse la costruzione di due o tre grossi gruppi bancari in tutta Europa non è poi tanto lontana certo devono prima ripulire.

  6. #6

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    Citazione Originariamente Scritto da cha Visualizza Messaggio
    sono d'accordo quando dici che il bail-in può essere una scappatoia per l'Europa, anche se poi le responsabilità degli Stati ricadranno necessariamente su di essa e qui si riaffaccerebbero timori che vorrebbero due Europa ...
    sono meno in sintonia quando dici che le piccole realtà bancarie sono più a rischio di quelle più grandi: secondo me è tutto un problema di carta (straccia), chi ne ha di più nei propri bilanci sarà tenuto necessariamente a sanare piccolo o grande che sia. Il bail-in ha diverse tappe e se guardi tra le prime si annoverano fusioni e scorporazioni di asset ; forse la costruzione di due o tre grossi gruppi bancari in tutta Europa non è poi tanto lontana certo devono prima ripulire.
    Concordo, ma io intendevo una cosa leggermente diversa.
    La gente non è necessariamente esperta di finanza e spesso, quando non sa, si affida al buon senso comune per fare le sue valutazioni.
    Vedere nelle banche più piccole il rischio maggiore, indipendentemente dal vero rischio, può essere un abbaglio, che però può essere preso da tanta gente impaurita ed alla ricerca di soluzioni semplici e tranquillizzanti per depositare i propri soldi.
    E' questo il vero rischio non, o non solo, i bilanci delle banche.
    E se parte il panico, chi li ferma? Il governo? I banchieri? I giornalisti? I politici Europei?
    Con quale credibilità?

    La gente ha davanti il proprio futuro , quello dei propri figli , dei propri nipoti, da difendere. Ha nelle orecchie le grida di chi i soldi li ha già persi. Di chi per questo è morto.
    Non ragiona più con la logica, ma segue l'istinto.
    Vale il parere di quello che sta nella stessa situazione, che convince un altro, a cui ne seguono altri due e poi altri tre. Fino a diventare una massa, un fiume in piena che rompe gli argini e che nessuno può fermare a meno di non voler peggiorare la situazione bloccando il sistema.

    Dopo l'uscita della nuova Banca Etruria di voler iniziare a ripagare i risparmiatori, c'é stato un dietro-front, i paventati timori di effetti domino, se pur inizialmente citati dagli interessati, sono spariti dalle righe dei giornali. C'é il silenzio.

    Un silenzio che mi ricorda lo squeeze di Bollinger, possible specchio dell'ansia che si sta vivendo nei palazzi.

  7. #7

  8. #8

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    ROMA (WSI) – C’è qualcosa che proprio non torna nel conto da 280 milioni di euro, intestato all’Anas, presso Carichieti, una delle quattro banche vicine al crac che sono state salvate dal governo Renzi. Quei soldi sono al sicuro, proprio grazie al decreto salva banche; se fosse scattato infatti il bail in, essendo il deposito superiore alla soglia dei 100.000 euro, la società delle strade avrebbe perso tutto.
    Insieme all’Anas, precisa un articolo de Il Fatto Quotidiano, avrebbero perso anche i contribuenti, dal momento che l’azienda è di proprietà al 100% dei ministero del Tesoro.
    Quello che non torna è la scelta di Carichieti, una vera e propria banca di provincia. E’ qui che l’Anas, che riceve due miliardi di euro di trasferimenti statali, ha deciso di depositare i propri soldi, a fronte di un tasso di interesse di appena l’1% lordo, sotto la gestione di Pietro Ciucci.


    Perchè? Mah!

    Forse perchè la forza di gravità, in Italia, non funziona allo stesso modo dappetutto
    Ultima modifica di Gauss; 07-01-16 alle 16:18

  9. #9

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    La gente ha davanti il proprio futuro , quello dei propri figli , dei propri nipoti, da difendere. .....





    Il problema è ..... come può stare in piedi il nostro Paese se emigrano i giovani tra i 18 e i 35 anni?
    giovani che le statistiche dicono esssere diplomati e laureati ..... Sigh!!!!
    Ultima modifica di Gauss; 07-01-16 alle 16:26

  10. #10

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    Citazione Originariamente Scritto da Gauss Visualizza Messaggio
    La gente ha davanti il proprio futuro , quello dei propri figli , dei propri nipoti, da difendere. .....





    Il problema è ..... come può stare in piedi il nostro Paese se emigrano i giovani tra i 18 e i 35 anni?
    giovani che le statistiche dicono esssere diplomati e laureati ..... Sigh!!!!
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    Ma se un giovane deciso a stare in Italia, si dimentica del tabu del posto fisso e inizia un'attività indipendente e per questo apre una partita IVA, non riesce a vivere se deve pagare il 27% di Inps (cioè farsi derubare legalmente dallo Stato nella certezza che da anziano riceverà la pensione minima, cioè quella che si può percepire senza aver lavorato).
    E qui si parla di aumentare tale percentuale!

    Se con il petrolio sotto i 30 dollari il costo della benzina per la gente è quasi come era quando stava a 100 dollari si accetta che tutto quanto costi di più di quanto dovrebbe e quindi si penalizza il consumo interno, che invece dovrebbe essere una locomotiva.
    Ma nessuno parla di modificare questa situazione, magari eliminando i balzelli per la crisi di Suez o la diga del Vajont.

    E potrei andare avanti con altri esempi dello stesso tenore.

    Ma se veramente si volesse fermare l'emorragia di cervelli, se veramente ci tenessero alla fine che farà l'Italia dovrebbero cominciare a fare discorsi ONESTI, logici e sensati.

    Ma non se ne vede l'ombra.

    Dipende anche da noi che siamo troppo tolleranti e di memoria corta.

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