Prosegue la nostra interpretazione dei fenomeni economici con gli strumenti che ci fornisce la scuola economica austriaca.

Prosegue la nostra interpretazione dei fenomeni economici con gli strumenti che ci fornisce la scuola economica austriaca.

L’inflazione è la peggiore imposta che paghiamo ma è anche l’unica che non ci spaventa perché il pagamento non avviene in via diretta ma è indotto dal comportamento scorretto delle banche centrali e del sistema bancario nel suo complesso.

Con questo articolo cercherò di condividere con voi quella che ritengo una truffa molto ben congeniata ai danni dei più deboli facendogli credere, è questa la cosa insulsa, che è per il loro bene.

All’Università i baroni raccomandati e legittimati da un bieco potere trasformista ti raccontano la storiella dell’uva: l’inflazione, ovvero l’aumento generalizzato dei prezzi, dipende dall’aumento della domanda aggregata o da un aumento del costo delle materie prime.

No! No! E ancora no!

Alcuni timidamente asseriscono che possa dipendere anche da un eccesso di moneta ma subito dopo per paura di aver fatto un torto all’inutile scienza economica ti ripetono la stessa storiella appena citata.

Il costo delle materie prime e l’aumento della domanda aggregata sono semplicemente l’effetto e non la causa di un aumento dei prezzi. Mi sembra che la differenza sia sostanziale.

Ma allora da cosa dipende l’inflazione?

Proverei a rispondervi con un esempio.

Supponiamo che il livello dei prezzi di un paniere costituito da 100 beni e servizi economici sia di 10; inoltre supponiamo di partire tutti con una quantità di moneta corretta per assorbire la ricchezza (i 100 beni). Tasso d’inflazione uguale a zero.

Tizio l’anno successivo, visto che ha guadagnato di più e quindi si ritrova con una quantità maggiore di moneta, decide, coeteris paribus, di domandare una quantità maggiore del quinto bene, ad esempio, facente parte dei 100 iniziali. E’ ovvio che i prezzi di quel bene aumentano se non si produce maggiore ricchezza.

Ma il paniere dei 100 beni ha un valore più elevato? No!

Perché se aumenta il prezzo di un bene, con una quantità di moneta corretta, si deve per forza abbassare il prezzo di uno degli altri 99. Non ci sarebbe mai inflazione!

Ma adesso lo stato, per un motivo a noi poco noto, decide di finanziare a pioggia solo alcune società con fondi della comunità europea o di qualche altra istituzione economica. Il barista che stava per chiudere bottega visto che la concorrenza gli aveva portato via la clientela si trova con denaro che, senza un corrispettivo aumento della ricchezza, andrà a falsare i prezzi di tutti i beni. Infatti il paradosso è che la moneta viene fornita a chi ha distrutto ricchezza. Ma su questa cosa nessuno ci vuole riflettere. Eppure è molto più semplice: hai prodotto ricchezza? Si! Allora ti do il corrispettivo in denaro. Hai distrutto ricchezza? Si! Allora devo togliere moneta dal mercato.

Conclusione: L’inflazione dipende solo e semplicemente da un aumento della massa monetaria rispetto alla ricchezza prodotta.

Tale massa monetaria viene gestita dalle banche centrali (ecco l’errore più grosso che hanno commesso gli economisti, compresi i liberisti della scuola neoclassica), in modo tecnico, che spiegheremo negli articoli successivi.

Ci basti solo sapere che ad oggi gli aggregati monetari importanti sono 3. E la FED ha sempre regolato la propria massa monetaria sull’aggregato M3 non comprendendo che le banche, con la truffa del moltiplicatore dei depositi, anche questo lo spiegheremo, la alzano a dismisura.

Adesso che il sistema bancario deve pagare il conto si sono inventati una bella storiella.

In America, ad esempio, non pubblicano più l’aggregato M3 perché gli è sfuggito dal controllo e asseriscono che l’aggregato M2 sia più consono alla gestione della moneta. A breve perderanno anche quel controllo e allora il crollo del sistema bancario degli Stati Uniti, e di molti Paesi che la seguono convinti che la ricchezza dipenda da loro, sarà ineluttabile. La conseguenza logica sarà un ritorno alla gestione pubblica della moneta (dalla padella alla brace) oppure un free banking a convertibilità indiretta (vedi Hayek) o diretta (vedi Rothbard).

E per chi investe in opzioni di quale utilità sarà questa problematica? Semplice! E’ esattamente identica alla differenza che passa tra il valore assoluto degli O.I. rispetto al loro andamento.

Buon trading