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  1. #31

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    Citazione Originariamente Scritto da pidi10 Visualizza Messaggio
    Secondo me bisogna tenere distinti due concetti:
    La valutazione del rischio di una posizione
    L'abilità di difendere la posizione stessa.

    Il rischio è oggettivo e deve essere individuato con un numero.

    L'abilità è soggettiva e può essere individuata con una valutazione più o meno argomentata delle capacità del soggetto.

    Ma se devi scrivere una routine per far compiere delle azioni ad un programma, devi essere usare i numeri perché il computer è stupido e le argomentazioni non le capisce.

    Se la domanda era "sapere quale rischio si corre", la risposta non può che essere data dal valore preciso di ciascun rischio, cioè un numero.

    E' una delle prime cosa che mi disse Tiziano 4 anni fa. Il mio mestiere - disse - è valutare i rischi, cioè individuare un numero preciso che li qualifichi.
    Se parliamo in termini “astratti”, e metto volutamente le virgolette per rispetto del mio interlocutore, immaginerei che la vendita di una call sia più rischiosa della vendita di una put: la prima va ad infinito e la seconda va a zero. Ma tutto questo non ci aiuta nella gestione della posizione. Valutiamo sì il rischio assoluto, ma molto prima di questi casi estremi avremo il nostro conto chiuso.

    Se parliamo in termini “pratici”, altre virgolette, abbiamo l’ottima risposta di marzac, davvero emblematica ed istruttiva, a cui segue la risposta di condivisione di Tiziano:

    Citazione Originariamente Scritto da Cagalli Tiziano Visualizza Messaggio
    Sai quante notti in bianco prima di capire che il lato put sugli indici era il migliore? Rollate infinite!
    Cioè sembrerebbe che, per lo stesso individuo, supponendolo esperto e buon gestore di portafoglio, sia più facile, in linea di massima, gestire una put scoperta piuttosto che una call scoperta.
    Ovviamente sto facendo un’ipotesi matematica approssimativa, come dire che a parità di gestore le put nude sono più facili da trattare delle call nude, ma il gestore non è un computer, ed avrà lucidità, ansie o particolari stati d’animo. Pur tuttavia penserei che in linea di massima la gestione delle put short sia più semplice delle call short.

    Anche nella risposta di Tiziano:

    Citazione Originariamente Scritto da Cagalli Tiziano Visualizza Messaggio
    In quel caso la difficoltà era identica. Le operazioni di salvataggio sono speculari.
    È vero che le operazioni di correzione sono speculari, ma riterrei che farle dal lato put sia più efficace che dal lato call. Da notare ad esempio che il mega strangle (-28 put, -28 call) è fatto con opzioni otm, cosa per cui la rollatura è già di per sé meno vantaggiosa rispetto al caso dello strangle con opzioni itm, la cui curva at now è molto vicina ad essere una retta. Immaginerei che per tale portafoglio il lato put sia più facilmente difendibile del lato call.

    Ciao a tutti.

  2. #32

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    Mi sembra che per varie ragioni siamo tutti concordi nel determinare nella Call venduta il rischio più alto.

    Desidero spendere una parola sull'analisi matematica del rischio. Io non la definirei astratta.
    Ad esempio sapendo che il massimo rischio della Put equivale al valore del sottostante, si potrebbe scegliere un sottostante a bassa capitalizzazione ed accettare il rischio della perdita totale sul lato put, che essendo a bassa capitalizzazione dovrebbe essere contenuta, e studiare una strategia di opzioni vendute su entrambi i lati e coperta solo dal lato Call.
    E' evidente a tutti che se eviti di comprare le coperture da un lato perchè hai una copertura "NATURALE", la probabilità di portare a casa un guadagno si incrementa di molto.

    Poi in merito al rischio c'é da valutare anche un altro elemento che io nella mia esperienza ho notato essere determinante, e che precedentemente avevo ritenuto addirittura ininfluente. La posizione psicologica dell'operatore.
    Si può stabilire a priori una strategia precisa, ma poi arriva il momento in cui bisogna valutare se una certa condizione si sia avverata o meno ed essere pronti ad adottare una contro misura, già pensata e programmata, che però comporta una perdita o una riduzione significativa del guadagno sperato. Li occorre essere decisi e se non si è convinti della propria strategia, la speranza di ritracciamenti può portare alla catastrofe (purtroppo cose viste).
    Altro caso è quello in cui dopo momenti come quelli descritti, il ritracciamento avviene. Anche li occorre essere molto lucidi. Ma spesso ci si trascina dietro un lungo periodo di stress che ci spinge ad apportare le correzioni affrettate, in momenti teoricamente errati ed a perdere completamente il premio del rischio corso.

    Invece l'uso di programmi informatici, elimina totalmente tale fattore negativo.
    Però ad un programma occorre dire come comportarsi in ogni fase sin dall'inizio.
    Quindi occorre individuare valori precisi raggiunti i quali lui deve reagire in un certo modo.
    Può capitare che per un tick si vanifichi un guadagno, quindi la valutazione dei rischi deve essere precisa. E solo in base ad essa sarà possibile individuare delle mosse e contromosse il più adeguate possibile alla generalità dei casi che si presenteranno.

    Ecco che la definizione del rischio intesa come numero, cessa di essere astratta e diventa il primo e decisivo passo per dare all'attività di trading quel vantaggio decisivo costituito dall'assenza di ansia e dei conseguenti errori dovuti allo stress.

    E' il mio modo di vedere la cosa che propongo alla comunità.

    I miei programmi oggi girano su una ventina di pc sparsi un po' in tutta Italia.
    Molti di essi sono gestiti da persone che non sanno neppure cosa sia una call.
    La sera io ricevo da ognuno di essi il risultato del trading automatico effettuato durante le giornata.
    E attualmente, in assenza di errori di programma, stanno guadagnando costantemente tutti.
    Le perdite, le rare volte che accadono, sono state programmate anch'esse in quanto consolidandole si possono produrre guadagni superiori alle stesse e quindi risultano "convenienti".
    Non c'è più nulla, a parte gli errori di software, che accada per caso.
    Per ogni evenienza c'è una risposta già programmata.

    Si può definire in tanti modi questa cosa, ma certamente non ASTRATTA.
    Ultima modifica di pidi10; 05-05-11 alle 00:17

  3. #33

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    Ciao
    Anche se nel campo delle opzioni sono alle prime armi, dalle esperienze sin' ora conseguite sono d' accordo con quanto da tè affermato.....
    Per quanto riguarda i Trading System ho preso in cosiderazione il metodo spiegato da Cagalli riguardo le Bande di Bollinger modificate e il metodo Box per renderle efficaci....
    Il TS fatto da me sul metodo Cagalli e messo in prova su VT in questi giorni e dà ottimi risultati nei segnali Short, mentre nei segnali Long è senz' altro più difficile da settare specialmente la variabile sulla BBandwidth che determina l' entrata dei segnali del sistema...
    Per ora lo stò testando sul Futures Eurostoxx50 e Fibs....
    Unico problema è far tradare il Trading system con le opzioni, io finora a ora ho sempre fatto TS su Azioni e futures e non conosco il comportamento dei TS con le Opzioni che sono meno liquide e quindi ho i dubbi che il segnale di entrata o uscita sia preso nella maniera corretta.
    Per quanto riguarda il discorso dlla Put venduta a bassa capitalizzazione, i titoli di cui puoi sfruttare tale possibilità sono pochi, mentre coi futures non è possibile....

  4. #34

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    Citazione Originariamente Scritto da fanixs Visualizza Messaggio
    Scusa Oscar ,io sono un po' de coccio,dall'immagine non riesco a capire come mai ho questa differenza di volatilità nelle 2 tabelle,se non hai tempo non ti preoccupare!!!!
    ciaooo
    Perché il delta di portafoglio (totale che comprende tutte le posizioni in portafoglio) che è la tabella a sinistra si calcola moltiplicando il delta della singola opzione*la quantità delle opzioni (ovvio che se hai 2 opzioni in portafoglio il delta raddoppia e così via) * il moltiplicatore (che trasforma i numeri in euro. Per il ftse è 2.5, per il s&p 500 è 50, per lo stoxx è 10...)
    Ultima modifica di Oscar Luigi; 05-05-11 alle 16:31

  5. #35
    L'avatar di Cagalli Tiziano
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    Sembrava una domanda facile eh?.
    Vedete quante risposte diverse tra di loro? Tra un paio di giorni vi dico la risposta e intanto vi ripropongo la domada.

    La domanda è:
    premesso che c'è un "rischio rovina" mettere in elenco per tale rischio le 4 posizioni.
    ..se corri dietro a due lepri, non ne prendi nemmeno una.

  6. #36

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    Possiami considerare il Rischio rovina come la probabilità di perdere il capitale
    a disposizione prima di poter raggiungere l'obiettivo ?

  7. #37

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    “Rischio Rovina” = quanti trade perdenti di fila il nostro portfolio può sopportare prima di perdere tutto.

    Per valutare il rischio rovina occorre inserire nel ragionamento per ogni opzione la mossa correttiva consentita.
    In questo caso dovendo valutare 4 tipi di opzioni singolarmente l’unica mossa ipotizzabile per ognuna di esse è l’aumento delle quantità.

    Quindi la domanda diventa, continuando ad aumentare le quantità per cercare di recuperare la perdita, quale delle 4 opzioni ci porta ad una perdita teoricamente maggiore?

    La Call comprata in caso di riduzione del prezzo del sottostante può essere difesa raddoppiando progressivamente le quantità delle opzioni perdenti attraverso l’acquisto di altre call comprate con spread decrescenti e sperando in un ritracciamento. Se si perde sempre si arriva ad un punto, quello di fallimento del titolo sottostante in cui si raggiunge un massimo di perdita definito.

    La Put comprata in caso di aumento di prezzo del sottostante può essere difesa raddoppiando progressivamente le quantità delle opzioni perdenti attraverso l’acquisto di altre Put a strike progressivamente crescenti e sperando in un ritracciamento. Poiché all’aumento del prezzo del sottostante non c’è limite non si raggiunge mai un massimo di perdita definito.

    La Call venduta in caso di aumento di prezzo si difende raddoppiando le quantità. In questo caso si incassa un premio che può bilanciare la perdita conseguita solo se il prezzo del sottostante non continua a salire, ma se invece continua, poiché ad aumentare non ha limite massimo, si arriva ad un punto in cui è il nostro portafoglio a fallire.

    La Put venduta in caso di diminuzione di prezzo si difende raddoppiando le quantità. In questo caso si incassa un premio che può bilanciare la perdita conseguita solo se il prezzo del sottostante non continua a scendere, ma se invece continua, poiché il tale prezzo non può scendere sotto lo zero, arriverà un momento in cui la perdita raggiungerà un valore massimo e si fermerà.

    Abbiamo quindi due situazioni con perdita massima finita e due con perdita massima infinita.
    La Call comprata e la Put venduta hanno perdita massima definita, mentre la Put Comprata e la Call venduta hanno perdita massima infinita.

    La velocità con cui si raggiunge la rovina è proporzionale ai fondi a disposizione sul nostro portafoglio.
    Quindi ipotizzando tale somma pari per tutte le opzioni analizzate, certamente nel caso delle pozioni vendute abbiamo più capitali a disposizione in quanto possiamo utilizzare anche i premi incassati.

    Quindi la classifica delle opzioni a maggiore “Rischio Rovina” è secondo me la seguente (in ordine decrescente):
    2) Put Comprata
    3) Call Venduta
    1) Call Comprata
    4) Put venduta
    Ultima modifica di pidi10; 06-05-11 alle 15:13

  8. #38

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    Wink

    Tiziano lamenta che ancora non è stata data una risposta che lo soddisfi pienamente
    Ricordo che la classifica va data partendo dalla meno rischiosa. Al momento mi sembra di poter riassumere:
    1 = +Call. 2 = + Put. 3 = - Call. 4= - Put
    24 combinazioni totali, il primo che l'ha segnalata, consensi totali ricevuti
    1234 Ismael 1
    1243 Argentobianco 6
    1324
    1342
    1423
    1432
    2134
    2143 Antonino C 1
    2314 Nappo 1
    2341
    2413
    2431
    3124
    3142
    3214
    3241
    3412
    3421 Borsaric 3
    4123 LucaG 1
    4132
    4213
    4231
    4312
    4321 G.alberto 1

    Ovviamente servono le motivazioni

  9. #39
    L'avatar di Cagalli Tiziano
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    quando si dice la precisione...
    Grazie!
    ..se corri dietro a due lepri, non ne prendi nemmeno una.

  10. #40

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    Provo a rispondere pur essendo un neofita delle opzioni.

    Se dovessi valutare il richio rovina su una singola operazione su singole opzioni:
    Primo caso, considerando il possibile cigno nero adotterei questa classifica:

    2) comperare una Put 1) comperare una Call
    Parimerito, rischio solo il premio pagato.
    4) vendere una Put
    Rischio la differnza tra lo strike e il fallimento cioè valore titolo = 0.
    3) vendere una Call
    Rischio illimitato per "possibile" rialzo illimitato del titolo.

    Secondo caso, considerando le probabilità adotterei quest'altra classifica:

    3) vendere una Call
    Dato che chi le emette deve guadagnare, ci sono poche probabilità di vedere alla scadenza l'opzione ITM, quindi terrei il premio incassato, nei casi meno fortunati avrei comunque dalla mia parte il tempo che nel corso di vita dell'opzione mi darebbe la possibilità di uscire anticipatamente in guadagno.
    4) vendere una Put
    Come sopra, ma forse meno probabilità di vedere il premio diminuire nel corso di vita dell'opzione in caso di forte ribasso e quindi aumento della volatilità con scarse possibilità di uscire in guadagno anticipatamente.
    2) comperare una Put
    Dato che chi le emette deve guadagnare, ho poche probabilità di vedere a scadenza l'opzione ITM, ma forse ne ho qualcuna prima della scadenza di vedere il valore del premio pagato crescere in caso di forte ribasso per effetto dell'aumento di volatilità.
    1) comperare una Call
    Come sopra con ancor meno probabilità di vedere il prezzo del premio pagato crescere data la minor volatilità in caso di rialzo.


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