Caro alessandro71, il mio era un discorso generale riferito ai comportamenti da “giocatore d’azzardo”.

Se applichi e ti attieni - come tu dici - a ferree regole di money management il discorso che ho fatto non ti riguarda.

Anche perché volevo sottolineare un’altra caratteristica psicologica delle persone che operano in questo modo: è cioè la coazione inconscia a ripetere.

Questa caratteristica la conoscono bene i direttori di banca, che non concedono prestiti alle persone già incorse in un fallimento economico (perché si può assumere un comportamento da "giocatore d’azzardo" anche gestendo un’attività), avendo chiara la consapevolezza pressoché inevitabile della ripetizione; la evidenziano i gestori di case da gioco, che ben comprendono l’attrazione ripetitiva dei giocatori d’azzardo (i quali non si rassegnano nonostante la palese inanità dei propri tentativi) su giochi perdenti; la evidenziano gli stessi ciarlatani affermano di prevedere il destino leggendolo nelle carte, ma che in realtà hanno una coscienza empirica della ineluttabilità di certi “destini”: non è nelle carte che essi leggono, bensì nella giustificata fiducia nella coazione a ripetere....