Come approccio personale io ti consiglio di non pensare alle opzioni *solo* nei termini di beneficio in base al movimento del mercato, ma anche in termini di quello che sono realmente, ossia delle possibilita/obblighi di acquisto/vendita.

Se vendi una Put hai un beneficio dalla salita del mercato (ma anche dal passare del tempo, dal calare della volatilità implicita...) ma io mi concentrerei sul fatto che - se sono opzioni di stile americano - vendere una Put significa assumersi l'obbligo di acquistare un lotto di sottostante ad un prezzo predefinito ad un certo Strike. Lo dico perchè alla fin fine vendere un'opzione (put) significa questo e può aiutarti anche a stimare la percentuale di capitale che puoi voler allocare alla strategia e considerazioni simili.

Per quanto riguarda l'at-now, viene calcolata con formule varie, ma quello che importa è che ti dice come si modifica il prezzo della tua opzione al variare del sottostante durante la giornata stessa.

Ovviamente non c'è mai convenienza a chiudere immediatamente un'opzione appena messa a mercato se il sottostante non è andato a tuo favore, altrimenti sarebbe un arbitraggio e lo farebbero tutti. Però se il prezzo si muove a tuo favore l'incrocio della linea dell'at-now con la linea dello zero ti dice, nella giornata odierna, a che livello di prezzo del sottostante la tua put venduta inizia a guadagnare. E se ti va contro ti dice quanto perde. (Se è venduta guadagna di meno di quanto farebbe a scadenza ma perde anche di meno di quanto farebbe a scadenza.)

Domani la linea dell'at-now sarà diversa da quella di oggi, leggermente (impercettibilmente se le scadenze sono lunghe) più vicina alla linea gialla della scadenza e ti dirà come si modifica il prezzo dell'opzione *domani* al variare del sottostante.

Loki